TRA MATERIA E ANIMA, TRA MEMORIA E TEMPO
12 -25 Novembre 2015
Complesso del Vittoriano – Sala Giubileo
Via San Pietro in Carcere – Roma
a cura di Claudio Strinati
La mostra, curata dal Professor Claudio Strinati, propone un dialogo tra due interessantissimi artisti emergenti che vivono e lavorano a Roma: A.T. Anghelopoulos e Andrea Pinchi. Due personalità artistiche colte, raffinate, complesse che indubbiamente mostrano un rapporto forte con la materia e con ciò che essa racchiude alla ricerca dell’anima e dell’oltre. In tutte le loro opere si ritrovano e si intrecciano quattro importanti elementi che sono poi la chiave di lettura della mostra: la materia e l’anima, la memoria e il tempo. Dal punto di vista dello stile e dell’ espressione Anghelopoulos e Pinchi sono differenti ma ad unirli, in una interessante ipotesi critica, è per il curatore Prof. Claudio Strinati “una comunità di intenti non implicante una somiglianza esteriore ma una sintonia profonda di risultati creativi”.
La mostra assume senso proprio nel confronto–scontro tra due mentalità che mostrano analogie profonde quando si entri realmente nel concreto dell’ opera, generando nel visitatore una molteplicità di pensieri, riflessioni, commenti che si intersecano logicamente tra loro in una esperienza estetica rilevante.
Anghelopoulos -che per il curatore- “ha la consapevolezza e la qualità di un artista notevole- quello che lui chiama il disimpegno di Dio riflette l’ impegno dell’ artista di immaginare una dimensione non implicante il divino senza poterne tuttavia prescindere. Una curiosa perplessità transita in tutte le sue immagini e ci restituisce la figura di un artista che sa essere serio e ironico nel contempo lasciandoci la più ampia libertà di apprezzamento sul suo lavoro.
E qui, forse, c’è il punto di aggancio con Pinchi, questo stralunato fabbricatore di oggetti fatti di elementi creati per funzionare, come le canne d’ organo o altri componenti degli antichi strumenti, e che egli smonta e rimonta per costruire quella sorta di “macchine inutili” che ci riportano verso remote esperienze di marca dadaista e surrealista, collegate, ancora una volta, a quel rovello della cultura francese cui anche Anghelopoulos fa riferimento”.
Una bellissima e serrata dialettica in questa mostra che per la bellezza delle opere a la complessità dei contenuti che si guardano reciprocamente è capace di dare, per il curatore, finalmente all’arte contemporanea “un momento di vero interesse e meditazione sui meccanismi stessi di funzionamento della creazione artistica.”
Info e Ufficio stampa Artisti: Sabrina Consolini, e-mail: consolini.eventi@gmail.com