PPN: Spetcul – Bruxelles, mostra dell’artista italiano A.T. Anghelopoulos
Spetcul – Bruxelles, mostra dell’artista italiano A.T. Anghelopoulos
Roma – 11 giu (Prima Pagina News) L’artista A.T. Anghelopoulos, italiano a dispetto del nome (vive e lavora a Roma), ha presentato con successo nei giorni scorsi a Bruxelles un nucleo significativo dei suoi lavori su tela presso lo studio-galleria “XNOVO Architecture & Design”. La mostra che si terrà fino al 28 giugno p.v. è ad ingresso libero. Alcuni ospiti belgi e francesi che erano stati poco prima all’inaugurazione della personale di Turi Simeti nell’Almine Reich Gallery hanno affermato che, grazie agli artisti italiani era una delle serate più interessanti per l’arte contemporanea a Bruxelles ed esattamente nel vivace quartiere di Ixelles dove sono presenti numerose gallerie d’arte. A.T. Anghelopoulos dipinge da sempre: dall’età di dieci anni frequenta i primi corsi di pittura cui seguiranno le prime esperienze espositive. Tra gli artisti del passato, a lui più cari, oltre ai grandi della pittura rinascimentale italiana -ci confida- c’è Giovanni Boldini che, insieme ai macchiaioli, ammira quasi più degli impressionisti, escluso Monet che insieme a Cézanne pone ai vertici della storia dell’arte. C’è poi per A.T. una ammirazione grande per Klimt irraggiungibile per l’eleganza e la bellezza decorativa ma ad emozionarlo più di ogni altro è la pittura struggente di Rothko. Tra le sue ultime mostre di A.T. Anghelopoulos ricordiamo “One Step Beyond” che si è tenuta a Roma presso gli spazi espositivi denominati Ripa Place nel WorldHotel Roma Ripa (ndr., dall’11 dicembre 2014 al 30 gennaio 2015) e la partecipazione all’ultima edizione della London Art Biennale 2015 (ndr., dal 20 al 25 gennaio 2015) presso Chelsea Old Town Halla Londra. Le opere selezionate, per la mostra belga, sono grandi e raffinate tele capaci di trascinare l’osservatore in un’esperienza coinvolgente e senza tempo, pur mantenendo sempre al centro la riflessione sulla condizione umana, punto fermo della ricerca pittorica dell’artista. In una recente intervista, l’artista ha sinteticamente espresso quello che sembra essere un vero e proprio manifesto della sua pittura: “l’arte non deve copiare la realtà ma tornare ad amare l’uomo, provocarne l’intelligenza, portare l’osservatore in una dimensione che trascenda il reale nella quale proprio l’uomo torni ad essere il centro di tutto, di ogni pensiero, di ogni progetto, di ogni fine”. Così, se le Superfici Fratturate paiono alludere all’invisibile diaframma che separa ciascun individuo dagli altri, principale impedimento ad una profonda conoscenza dell’uomo e della realtà che lo circonda, i Cieli Densi, cieli abbozzati, gravidi di colore, di mete, di promesse di cambiamento provano ad aprirsi alla speranza, a proiettare lo sguardo verso un mondo nuovo. Le Flying Houses propongono un “ossimoro perfetto” (non c’è niente di più immobile di una casa), come se l’artista volesse metterci in guardia sui rischi connessi all’omologazione intellettuale, all’ affievolirsi della curiosità e si finisce col rimanere in contemplazione davanti alle larghe campiture di colore dei Passages e della serie Untitled, poste al termine di quello che senza dubbio si configura come un percorso espositivo tematico. Partendo dal ristretto perimetro visivo dell’uomo d’oggi, lo sguardo dell’osservatore è progressivamente portato ad aprirsi su nuovi orizzonti, a spostare più in là i confini dello spettro visibile, verso una dimensione del vivere diversa, verso un mondo realmente a misura d’uomo. L’oro usato su diverse tele richiama inevitabilmente l’oro dell’arte del passato, dell’arte bizantina, crea una sospensione temporale, suggerisce l’esistenza di una possibile dimensione ultraterrena – con cui è inevitabile confrontarci – oppure superiori forme di conoscenza alle quali aspirare. E’ tuttavia il colore nel suo complesso la “macchina da guerra” dell’artista; è il colore che si offre come arco teso verso un altro mondo possibile e che, divincolandosi dalla spessa materia, avvolge l’osservatore in un abbraccio consolatorio e colmo di speranza. Pittura materica, colore possente e materia che non pesa, “textures che rimandano a dimensioni cosmiche ed interiori, finestre su un mondo complesso dove si intrecciano mistero, rivelazione, malcerte promesse e barlumi di speranze” (n.d.R., Federico Castelli, Il Giornale dell’Arte, 7 Gennaio 2015) in una struggente attesa di cambiamento. Una superiore forma di conoscenza alla quale aspirare. Le opere di A.T. Anghelopoulos propongono una sfida, invitano ad un viaggio dentro e fuori di noi ma la lezione di Rothko è assimilata dal nostro artista e il risultato è l’armonia e la bellezza allo stato più puro. Una mostra da vedere e un artista di cui si parlerà sempre più spesso ne siamo certi. Roma – 11 giu 2015 ore 11.00 (Prima Pagina News)
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