di Gianfranco Ferroni
Italiano
Anghelopoulos ha saputo interpretare come pochi altri il significato dei versi danteschi: “L’immaginazione di Dante è visiva”, scrisse Eliot, “lo è in un senso diverso da quello di un pittore moderno di nature morte: è visiva in quanto egli viveva in un’età in cui gli uomini avevano ancora visioni. (…)
E se “l’arte non è imitazione della realtà, ma interpretazione individuale di essa”, come ha detto Roberto Longhi, Anghelopoulos traccia un percorso dove la lettura personale travalica ogni esperienza collettiva, restituendo un senso intimistico all’esperienza dell’apprendimento.
Gianfranco Ferroni, A.T. Anghelopoulos, ottobre 2015
English
As few others, Anghelopoulos has been able to interpret the meaning of Dante’s verses. Dante’s imagination is visual, Eliot wrote, in a different sense from that of a modern still life painter: it is visual since he lived in an age in which human beings had still visions. (…)
If art is not imitation of the reality but individual interpretation of it, as Roberto Longhi said, Anghelopoulos provides a path where the personal reading transcends every collective experience returning intimacy to the experience of learning.
Gianfranco Ferroni, A.T. Anghelopoulos, October 2015 (translation by Cristiano Consolini)