Occhio dell’Arte: CONTROCOSMO A.T. Anghelopoulos
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/0 Commenti/in News, Recensioni - Reviews /da atang(Luigi Aiello) 25 feb 2017 10:30
Com. Stampa: Bodys Space-Hybrids+Humans Rome 2016
/0 Commenti/in Comunicati Stampa - Press Releases, News /da atangBODYSPACES | HUMANS+HYBRIDS IT’S LIQUID ART SHOW | ROME 2016
A.T. Anghelopoulos partecipa con la performance Megaliti (XXI sec. d.C.)
Comunicato Stampa
martedì 06 Dicembre 2016 alle ore 18.00
c/o World Hotel Ripa Rome & Sala da Feltre-Open ART
via Orti di Trastevere, 1 – via Benedetto Musolino, 7 Roma
It’s LIQUID Group, in collaborazione con World Hotel Ripa Rome & Sala da Feltre – Open ART, inaugura la mostra BODYSPACES | HUMANS+HYBRIDS – La percezione del proprio corpo è il primo passo per l’appropriazione dell’identità. I corpi sono spazi per la sperimentazione umana, per il raggiungimento dell’umanità ed il suo superamento. I corpi della contemporaneità sono composti da elementi materiali e virtuali, influenzati dal mondo esterno ed interno, da azioni fisiche e psichiche. Il lavoro artistico sul corpo come spazio, sulla sua ibridazione, creerà un nuovo concetto di umanità, cominciando nuove vite possibili nella società multiculturale contemporanea. Tra le performance dal vivo ci sarà Megalìti (XXI secolo d.C.) di A.T. Anghelopoulos. La performance affronterà un duplice tema: da un lato l’individualismo granitico del nostro tempo, informatizzato e quindi ancor più solipsistico, che non conosce rinunce e non contempla divieti e che finisce spesso col nutrirsi – e giustificarsi – a spese della libertà altrui; dall’altro gli effetti dell’omologazione culturale indotta dal mal gestito progresso tecnologico/informatico. Due figure umane rese “ibride” da un elemento sorpresa (l’uovo) si fronteggeranno, in piedi, in un dialogo muto che non trova però sfogo nemmeno in un incrocio di sguardi; L’omologazione, oltre che di forma (abbigliamento, comportamenti, linguaggi, accesso alla tecnologia domestica) è oggi anche di contenuto. E’ sempre più inusuale l’approccio diretto, critico alle fonti tutti mediati e attinti attraverso il web. Un giorno, potrebbe non far molta differenza nascere da donna, percorrendo poi la naturale discesa verso il totale appiattimento culturale, dei comportamenti e dei linguaggi o nascere direttamente da uova (si diventerà tutti uguali lo stesso ma con minor fatica da parte di ciascuno, soprattutto se donna). L’individualista è bastevole a sé stesso, totalmente autosufficiente, come un sasso, è il nuovo megalìto che ritiene di poter avere tutto e che tutto gli sia concesso di fare sempre e solo in nome del bene personale. Non potendo avere un figlio se non insieme ad un altro essere umano acquisterà un uovo umano evolvendo fatalmente in ibrido, esperienza finale dell’individualista estremo prossimo venturo. Traguardo finale è l’ibridazione che conclude l’omologazione già iniziata. Un uovo umano non verrà negato a nessuno.
I primi ibridi, antesignani dell’uomo nuovo, i primi megalìti umani, sono già tra noi.
BODYSPACES | HUMANS+HYBRIDS è organizzato e curato dall’Arch. Luca Curci (direttore di It’s LIQUID Group).. L’inaugurazione dell’evento si svolgerà martedì 06 Dicembre 2016 alle ore 18.00 presso WorldHotel Ripa Roma e Sala da Feltre – Open Art (ingresso gratuito). Roma – E-Mail info: info@itsliquid.com Sito ufficiale: http://www.itsliquid.com Sala da Feltre-Open ART: Sabrina Consolini, Organizzazione eventi e ufficio stampa, e-mail: s.consolini@saleconvegniroma.it, tel. 06/585205251 cell. 348/7084655
Corriere della Sera: Disguidi del Possibile di A.T. Anghelopoulos – Open ART
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A.T. ANGHELOPOULOS
Partecipa alla collettiva
“Meeting ART a Trastevere”
22 settembre
dalle ore 19.30
via Orti di Trastevere, Roma
L’artista italiano A.T. Anghelopoulos, dopo le recente collettiva a cura del Prof. Vittorio Sgarbi “Spoleto Arte” che si è da poco conclusa a Spoleto nello storico Palazzo Leti Sansi in cui aveva partecipato con l’opera Inner Life-Anonimo Giovane ispirata all’opera di Cosmè Tura e la personale a Firenze nella Libreria Galerie Clichy partecipa ad un evento artistico “Meeting ART a Trastevere” che inaugura giovedì 22 settembre alle ore 19.30 in via Orti di Trastevere e organizzato dal Conference Center Sala da Feltre e dal Worldhotel Roma RIPA dove le opere saranno esposte fino all’11 novembre p.v.
Dell’artista A.T. Anghelopoulos che vive e lavora a Roma saranno esposte, in entrambe le strutture congressuali ed espositive, le opere del ciclo Planisferi, i superbi sfumati della serie Passages, i cieli materici del ciclo Dense Sky e per la prima volta le installazioni denominate Appendere la Divisa-Hang the Uniform.
I Planisferi raffigurano una superficie terrestre ogni volta differente o la profondità del cosmo dove fluttuano altri mondi che si vorrebbero esplorare. Le superfici non hanno confini, l’universo non può avere recinti, come a suggerire che i confini sono tutti, soltanto, nella testa dell’uomo. In un’epoca in cui si costruiscono muri l’artista ci fa riflettere su quanto sia singolare l’idea che si possa diventare proprietari esclusivi di un territorio: come il moscerino che crede di possedere la banana sulla quale si è posato.
Le larghe campiture di colore del ciclo Passages-Untitled rievocano soglie, portali, varchi inaspettati che si aprono davanti all’osservatore. Opere che appaiono come una provocazione e al tempo come un’occasione di sosta, un invito a riprender fiato, a concedersi una riflessione, ad alzare gli occhi per fare un passo oltre i confini dell’ovvio e la superficie delle cose.
I Dense Sky-Cieli densi rappresentano il cielo non solo quello sopra di noi, lontano da noi ma anche quello interiore. Ospiti di un pianeta vagante nel cosmo siamo completamente immersi nel cielo, circondati da cielo gravido di ostacoli. La visuale è scarsa e solo un’occhiata è possibile oltre il corteo di nuvole, di nebbia, oltre l’invisibile pavido diaframma eretto dentro di noi a proteggere le nostre esistenze dall’invasione del mondo esterno.
Il ciclo di installazioni Appendere la divisa-Hang the Uniform. è un invito ad accantonare, anche solo per qualche minuto, il sentimento di appartenenza, la devozione cieca al partito, alla fazione, all’idea dominante, al semplice opportunismo o alla «divina» convenienza per provare a ragionare, da uomini liberi, su tutto ciò che accade intorno a noi.
Già, l’uomo. Le opere di Anghelopoulos parlano della necessità di riscoprirne la bellezza, di liberarlo dagli oggetti di consumo dei quali può essere solo instancabile produttore o compulsivo fruitore, imprigionato nella ruota di un’esistenza meccanica e reso invisibile dalle statistiche.
A.T. Anghelopoulos che per il Prof. Claudio Strinati curatore della personale che si è tenuta lo scorso anno nel Complesso del vittoriano a Roma “ha la consapevolezza e la qualità di un artista notevole. La sua percezione ricorda talvolta Klee, talvolta Rothko”.
Le sue superfici vengono percepite come graffiate, soffocanti per certi versi, e viene da paragonarle a crateri lunari, visioni satellitari, filamenti celesti, viaggi in mezzo a cieli densi di nuvole pesanti e tempestose.